psicofarmaci

Cenni di storia e legge

Nell’antichità non esistevano i farmaci ma erbe e sostanze di uso comune: olio, aceto, vino, erbe venivano manipolate ed usate dai guaritori.
Molte erbe ad oggi illegali, prima venivano utilizzate come medicinali: ad esempio gli Egizi usavano il papavero da oppio come calmante per i bambini, i Greci e i Romani come antidolorifico (il Galenos, miscela di oppio e alcol, era considerata una infallibile cura per diversi disturbi, fra i quali avvelenamenti, cefalee, problemi di vista, epilessia, febbre, sordità e lebbra).

Ripercorrendo la storia dunque si nota come spesso la differenza tra l’uso di un farmaco e l’uso di una droga ha prettamente a che fare con dimensioni di ordine giuridico e culturale.
Ad oggi, l’abuso di medicinali è stato definito dall’OMS come “l’assunzione di un farmaco indipendentemente da necessità mediche o in quantità non necessarie” e al di fuori delle normali modalità di prescrizione medica che prevede: diagnosi, prescrizione farmacologica, dosaggio, numero di somministrazioni e durata del trattamento.

Cosa sono e cosa ti potrebbe succedere

Gli effetti variano da persona a persona, dallo stato psicofisico di chi assume la sostanza (generale e specifico nel momento dell’assunzione), dalle sue aspettative, dalla sua sensibilità alla sostanza, dalle modalità di assunzione, dalla quantità assunta, dalla combinazione tra principio attivo e sostanze da taglio aggiunte e dal contesto dell’assunzione.

Tutti i farmaci psicoattivi agiscono sul Sistema Nervoso Centrale modificando l’esperienza soggettiva e il comportamento.

I più conosciuti sono i farmaci ansiolitici, gli antidepressivi e gli antipsicotici o neurolettici.

ANSIOLITICI

Fanno parte di questa classe i farmaci che hanno effetti sedativi più o meno intensi:
– le benzodiazepine
vennero sintetizzate dalla casa farmaceutica Roche e commercializzate per la prima volta sotto il nome di Valium nel 1963. Le benzodiazepine hanno proprietà ansiolitiche; sotto l’effetto di questi farmaci scompaiono l’inquietudine, la paura generalizzata e i sintomi fisici associati all’ansia, ci si sente più rilassati e si dorme meglio. L’uso continuo sviluppa tolleranza e dipendenza, quando si interrompe bruscamente l’assunzione compare la crisi d’astinenza.
L’overdose da benzodiazepine è raramente fatale. Se però le benzodiazepine vengono assunte insieme ad altri sedativi (come l’alcol o l’eroina) il risultato può essere mortale. Le sostanze commerciali più conosciute sono Xanax (alprazolam), Valium (diazepam), Tavor (lorazepam), Rivotril (clonazepam), Lexotan (bromazepam). La principale via di assunzione è orale, quindi si trovano sotto forma di pasticche, compresse, gocce, ma si possono assumere anche intramuscolo e endovena.
– i barbiturici
Adolf von Baeyer nel 1863 sintetizzò l’acido barbiturico a partire dall’urea e dall’acido malico. Nel 1903 Emil Hermann Fischer e Joseph von Mering prepararono il barbital, il primo vero e proprio barbiturico, che fu commercializzato con il nome di Veronal. Nel 1912 fu introdotto nel mercato americano un nuovo barbiturico ad attività sedativo-ipnotico, il fenobarbital con il nome commerciale di Luminal. Nel 1955 vennero introdotti sul mercato una nuova classe di barbiturici scoperti dal farmacologo Berger che ne individuò il principio attivo chiamandolo meprobamato. I barbiturici, oltre ad avere un effetto ansiolitico, inducono uno stato di profonda sedazione e sonno. Provocano in poco tempo dipendenza e tolleranza. Inoltre la dose letale di barbiturici è di poco superiore a quella per indurre il sonno. Se mischiate ad altre sostanze sedative (alcol o benzodiazepine) si corre il rischio di aumentare la probabilità di effetti gravi per l’organismo, dal coma fino alla morte per arresto respiratorio. Le sostanze commerciali più conosciute sono il Seconal (secobarbital), Nembutal (pentobarbital), Luminal (fenobarbital). La principale via di assunzione è quella orale, ma si possono assumere anche intramuscolo e endovena.

ANTIDEPRESSIVI

Fanno parte di questa classe di farmaci quelli che agiscono sui disturbi dell’umore e, a seconda del meccanismo di azione, vengono così classificati:
– inibitori della monoaminossidasi (IMAO)
questa classe di antidepressivi, che risale agli anni ‘50, inibisce l’azione della monoaminossidasi elevando i livelli di serotonina e noradrenalina nel cervello. Questi farmaci antidepressivi hanno però un’interazione con alcuni alimenti come il formaggio, il vino o i sottaceti e altri alimenti che contengono la tiratina. Se si assumono questi cibi durante il trattamento con IMAO c’è il rischio di avere un brusco aumento della pressione sanguigna, che può eventualmente sfociare in improvvise emorragie cerebrali letali

– triciclici 

per ovviare agli effetti collaterali degli IMAO è stato prodotto questo tipo di farmaci: il meccanismo di azione si basa sull’inibizione del meccanismo della ricaptazione della noradrenalina. L’interazione di questi antidepressivi con altri farmaci è molto pericolosa, in particolare con altri psicofarmaci, con altre sostanze psicotrope stimolanti (anfetamina, cocaina, mdma) e con alcol
– inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (fluoxetina – Prozac)
questi antidepressivi di nuova generazione, chiamati anche antidepressivi di seconda generazione, agiscono bloccando il meccanismo di ricaptazione di serotonina. E’ da evitare in modo assoluto l’assunzione di altri antidepressivi e altre sostanze che agiscono sulla serotonina, come l’iperico o MDMA.

 ANTIPSICOTICI

Gli antipsicotici presentano un’ azione prevalentemente antidelirante e antiallucinatoria e non sono dei sedativi. I più conosciuti sono il Leponex, Zyprexa, Risperdal, Belivon, Seroquel, Abilify che, se assunti da un soggetto non psicotico, producono uno stato di fortissima indifferenza agli stimoli ambientali e un grave appiattimento emotivo. Se assunti in associazione con altri farmaci come gli ansiolitici, gli ipnotici o sostanze psicotrope ed alcol, il mix potenzia gli effetti negativi e aumenta i rischi.
Alcuni di questi psicofarmaci possono far ingrassare in relazione alla predisposizione del soggetto e alla durata dell’assunzione. In generale gli effetti dell’uso fuori trattamento variano da persona a persona, dallo stato di salute di chi li assume e dalla modalità e dalla quantità di assunzione.

Riduzione dei rischi

Gli psicofarmaci sono sostanze da utilizzare esclusivamente dietro prescrizione e controllo medico. Essi sono però largamente diffusi e spesso utilizzati come sostanze di abuso. Il loro utilizzo improprio, ovvero al di fuori da un trattamento medico, senza un malessere preciso e in una quantità non necessaria, è da evitare.

Sotto effetto di uso improprio farmacologico sarebbe opportuno evitare di mettersi alla guida di qualsiasi mezzo di locomozione.

IN CASO DI MALESSERE E/O MALORE, DURANTE O DOPO L’ASSUNZIONE, E’ IMPORTANTE NON SOTTOVALUTARE I SINTOMI E CHIAMARE IL 118 O CONSULTARE UN MEDICO.